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Storie e volti della lotta alla pandemia: Francesca Giovannini racconta la sua esperienza

francesca

La lotta alla Pandemia si sta trasformando in una battaglia di percentuali e numeri, di leggi e normative. Dietro a tutto ciò ci sono donne e uomini che da quasi due anni lavorano per difendere la salute di tutti e garantirci il nostro stile di vita.
Spesso sono giovani ma al contempo il lavoro ininterrotto sul campo ne ha fato degli esperti. Sono motivati e determinati a non mollare.
Gli operatori della Centrale di Tracciamento della USL Toscana sud est, sono da oltre un anno in prima linea alla lotta al Covid, e tra loro c’è Francesca Giovannini, 24 anni studentessa di scienze infermieristiche.

“Si tratta di persone, che nonostante la giovane età o la provenienza da settori diversi, dichiara il Direttore della Ausl Toscana sud est Antonio D’Urso, stanno dimostrando sul campo di essere una delle nostre armi migliori nel contrasto e contenimento della pandemia. Da quando abbiamo attivato, tra i primi in Italia, le centrali di tracciamento, nell’ottobre 2020, il loro impegno,, che inizialmente sembrava destinato a pochi esperti sanitari, è diventato altamente qualificato e qualificante ed ha coinvolto decine di giovani.
I nostri operatori, che alle volte vengono anche  minacciati, sono persone motivate e alle quali va il nostro più sentito ringraziamento e sostegno. Dietro a queste complesse procedure di presa in carico, conclude il direttore D’Urso, ci sono donne e uomini, spesso giovani, che stanno permettendo alla nostra società di andare avanti e non ritornare in lockdown.”

Francesca, è di Cortona, e tutte le mattine si presenta alla Centrale di Tracciamento di Arezzo per un turno di 8 ore, tra telefonate e sistemi informatici.

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Certo questo non è un lavoro come un altro e ha preso questo lavoro in maniera molto seria: “Sento molto questa responsabilità perché il tracciamento dei casi è fondamentale per bloccare la pandemia e tutelare i cittadini, soprattutto le persone più fragili. Io, poi, questa ho avuto l’opportunità di vivere questa esperienza sia nella prima fase che adesso e le differenze sono molte.
È sicuramente cambiata la strategia di tracciamento, e questo anche per l’elevatissimo numero di casi giornalieri di quest’ultimo periodo, inoltre ho percepito molta differenza soprattutto nelle reazioni dei casi positivi, che nella prima fase ci comunicavano molta preoccupazione e timore per la loro salute, mentre adesso traspare più tranquillità e consapevolezza su quello che sarà il percorso del caso positivo e dei suoi contatti.”
Ma che tipo di persone trovano i nostri operatori dall’altro capo del telefono….
“Ognuno ha reazioni differenti, ribadisce Francesca, c’è chi accetta  serenamente la positività, chi fa mille domande dettate dall’ansia per la notizia appena ricevuta, persino chi si sfoga parlandoti dei suoi problemi e delle sue preoccupazioni sulla malattia.
Mi ricordo di un signore che non prese bene il fatto di dover rimanere 10 giorni in quarantena e minacciò la propra fuga compresa di disattivazione del telefono per non farsi trovare.
Ancora oggi, nonostante tutto, però sono ottimista e vorrei ancora una volta dare un unico consiglio a tutti; vaccinatevi e rispettate sempre le disposizioni, fate tutto quello che è in vostro potere per cercare di contrastare la pandemia, e non sottovalutate il virus, pensate a coloro che sono più fragili e che non possono curarsi e non hanno la fortuna che abbiamo noi di avere un vaccino.”

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